Appena diplomato . . . cosa fare all'estero?
13 febbraio 2007
Il periodo immediatamente successivo al conseguimento della maturità è quello più adatto per muoversi e sfruttare le opportunità di lavoro e studio all'estero.
Finito un ciclo formativo fondamentale, è il momento giusto per concedersi una pausa e riflettere su cosa fare . . . da grandi. Una pausa che però dovrebbe essere produttiva e aiutare a farmi maturare.
Non ci sono ancora tutti gli impegni, come lavoro, partner, casa, bambini, che ovviamente non permettono più di lanciarsi facilmente in nuove esperienze in terre lontane. Spesso l'impegno di concludere gli studi non ha lasciato abbastanza tempo per capire fino in fondo quali sono le cose che mi piacciono di più, per le quali mi sento portato, e quali potrebbero determinare la mia scelta professionale. Può darsi che senta una lacuna nella mia formazione, come carenze nella padronanza delle lingue oppure ho la sensazione che il mio ambiente mi sta troppo stretto mentre un cambio d'aria mi aprirebbe nuovi orizzonti personali (e forse anche professionali).
Allora, cosa posso fare in questo momento della mia vita?
Vado a cercarmi un lavoro che non richieda una preparazione particolare. Ci sono tanti lavori di questo genere in giro per il mondo: si va dal lavapiatti in un ristorante al magazziniere nel supermercato, dal facchino nei mercati generali al corriere in bici, dall'aiutante in un campeggio al sorvegliante in un parco di divertimento, dall'aiuto in gelateria al bracciante nella raccolta agricola. Circa i requisiti principali, devo: disporre di spirito intraprendente, essere flessibile e adattabile, avere forza di resistenza per superare i problemi che arrivano di sicuro e avere per sicurezza una riserva di circa 2000 Euro). Devo anche trovare il tempo per prepararmi bene e raccogliere le informazioni sul paese desiderato, sui lavori e alloggi possibili.
Mi candido per una borsa di studio "Leonardo da Vinci" per la formazione professionale all'estero (www.programmaleonardo.net) oppure mi candido direttamente alle aziende straniere per uno stage. In questi casi voglio sfruttare in modo mirato la permanenza all'estero per allargare la mia preparazione professionale culturale e pratica, visto che si tratta di un periodo durante il quale non solo miglioro la lingua ma capisco in fondo se un determinato lavoro è fatto per me.
Mi candido come volontario presso una delle migliaia organizzazioni no profit sparse per il mondo. Se mi offro per almeno tre mesi e so comunicare nella lingua del paese, trovo occasioni nei settori sociale, ambientale e culturale da Edimburgo ad Atene, da Bordeaux a Budapest. Forse riesco anche a trovare una borsa tramite il programma europeo "Servizio volontario europeo".
Se sono una ragazza, posso sfruttare la via più tradizionale della mobilità internazionale femminile facendo la ragazza alla pari. Vivo presso una famiglia e mi prendo cura dei piccoli; mi resta tempo da dedicare a me, alla mia maturazione, all'apprendimento della lingua, ad incontrare persone e a tuffarmi dentro una vita e una mentalità diversa, come a casa non avrei mai potuto.
Di opportunità per fare un'esperienza utile fuori dall'Italia ce ne sono davvero tante. Non abbiamo parlato, per esempio, dell'ospitalità in famiglia, né del corso di lingua né dello studio post diploma. Il mondo fuori è come un grande cesto pieno di frutta, che però non è tutta digeribile da chiunque. Ognuno ha esigenze diverse e ciò che va bene per una persona non va bene per l'altra. Poi ci sono fattori, come tempo e soldi a disposizione, sicurezza personale ed altro, che determinano la fattibilità del progetto individuale.
L'importante è darsi degli obiettivi chiari e realistici: a cosa mi serve un'attività all'estero? Cosa voglio avere in mano (e nel cervello) quando rientro in Italia? Ma anche prendere in considerazione i problemi e gli ostacoli che sorgono quando si va via dall'ambiente abituale: lontananza dai familiari e dagli amici, solitudine iniziale in un nuovo posto, essere sottoposto come straniero a più o meno evidenti espressioni di razzismo.
Prepararsi bene è la miglior garanzia di successo in un'impresa che darà frutti per tutta la vita.
via: www.euroculura.it
Finito un ciclo formativo fondamentale, è il momento giusto per concedersi una pausa e riflettere su cosa fare . . . da grandi. Una pausa che però dovrebbe essere produttiva e aiutare a farmi maturare.
Non ci sono ancora tutti gli impegni, come lavoro, partner, casa, bambini, che ovviamente non permettono più di lanciarsi facilmente in nuove esperienze in terre lontane. Spesso l'impegno di concludere gli studi non ha lasciato abbastanza tempo per capire fino in fondo quali sono le cose che mi piacciono di più, per le quali mi sento portato, e quali potrebbero determinare la mia scelta professionale. Può darsi che senta una lacuna nella mia formazione, come carenze nella padronanza delle lingue oppure ho la sensazione che il mio ambiente mi sta troppo stretto mentre un cambio d'aria mi aprirebbe nuovi orizzonti personali (e forse anche professionali).
Allora, cosa posso fare in questo momento della mia vita?
Vado a cercarmi un lavoro che non richieda una preparazione particolare. Ci sono tanti lavori di questo genere in giro per il mondo: si va dal lavapiatti in un ristorante al magazziniere nel supermercato, dal facchino nei mercati generali al corriere in bici, dall'aiutante in un campeggio al sorvegliante in un parco di divertimento, dall'aiuto in gelateria al bracciante nella raccolta agricola. Circa i requisiti principali, devo: disporre di spirito intraprendente, essere flessibile e adattabile, avere forza di resistenza per superare i problemi che arrivano di sicuro e avere per sicurezza una riserva di circa 2000 Euro). Devo anche trovare il tempo per prepararmi bene e raccogliere le informazioni sul paese desiderato, sui lavori e alloggi possibili.
Mi candido per una borsa di studio "Leonardo da Vinci" per la formazione professionale all'estero (www.programmaleonardo.net) oppure mi candido direttamente alle aziende straniere per uno stage. In questi casi voglio sfruttare in modo mirato la permanenza all'estero per allargare la mia preparazione professionale culturale e pratica, visto che si tratta di un periodo durante il quale non solo miglioro la lingua ma capisco in fondo se un determinato lavoro è fatto per me.
Mi candido come volontario presso una delle migliaia organizzazioni no profit sparse per il mondo. Se mi offro per almeno tre mesi e so comunicare nella lingua del paese, trovo occasioni nei settori sociale, ambientale e culturale da Edimburgo ad Atene, da Bordeaux a Budapest. Forse riesco anche a trovare una borsa tramite il programma europeo "Servizio volontario europeo".
Se sono una ragazza, posso sfruttare la via più tradizionale della mobilità internazionale femminile facendo la ragazza alla pari. Vivo presso una famiglia e mi prendo cura dei piccoli; mi resta tempo da dedicare a me, alla mia maturazione, all'apprendimento della lingua, ad incontrare persone e a tuffarmi dentro una vita e una mentalità diversa, come a casa non avrei mai potuto.
Di opportunità per fare un'esperienza utile fuori dall'Italia ce ne sono davvero tante. Non abbiamo parlato, per esempio, dell'ospitalità in famiglia, né del corso di lingua né dello studio post diploma. Il mondo fuori è come un grande cesto pieno di frutta, che però non è tutta digeribile da chiunque. Ognuno ha esigenze diverse e ciò che va bene per una persona non va bene per l'altra. Poi ci sono fattori, come tempo e soldi a disposizione, sicurezza personale ed altro, che determinano la fattibilità del progetto individuale.
L'importante è darsi degli obiettivi chiari e realistici: a cosa mi serve un'attività all'estero? Cosa voglio avere in mano (e nel cervello) quando rientro in Italia? Ma anche prendere in considerazione i problemi e gli ostacoli che sorgono quando si va via dall'ambiente abituale: lontananza dai familiari e dagli amici, solitudine iniziale in un nuovo posto, essere sottoposto come straniero a più o meno evidenti espressioni di razzismo.
Prepararsi bene è la miglior garanzia di successo in un'impresa che darà frutti per tutta la vita.
via: www.euroculura.it