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Metti 5 reporter europei ad Amsterdam... Ed è subito “on the ground”

31 agosto 2006

Cinque giornalisti, cinque nazionalità diverse e una grande città europea… ecco il dietro le quinte del nostro ultimo progetto per la promozione del giornalismo partecipativo.
Fuori dalla stazione centrale di Amsterdam, sotto un sole cocente, quattro giornalisti di diverse nazionalità stavano aspettando ansiosamente l’ultimo membro del loro gruppo: il bavarese Christian, che doveva arrivare da un momento all’altro. Il tipo dai capelli rossi e i dread che andava dritto verso il gruppo non poteva essere lui…vero? «I ragazzi di cafebabel.com?» chiede sorridendo. Certo che siamo noi: cinque giornalisti che trascorrono quattro giorni riportando le proprie impressioni su Amsterdam.

La banda dei cinque

Mariona è di Barcellona, Karolin di Londra, Kinga di Bruxelles, Nicolas di San Francisco e Christian di Würzburg: diverse nazionalità, diverse personalità ma una cosa in comune: scrivono tutti per cafebabel.com. Selezionati per partecipare ad un nuovo progetto di sviluppo del giornalismo europeo, sono arrivati tutti ad Amsterdam il 20 luglio 2006, entusiasti di scoprire il lato europeo di questa città, “on the ground”, così com’era.

continua su: http://cafebabel.com

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posted by urbanohumano, 17:58 | link | 0 comments |


Erasmus tra amarezze e speranze

30 agosto 2006

Guai col learning agreement? Benvenuti nel club! Ecco le emozioni di una futura erasmista.


Tutto cominciò nel febbraio di quest’anno… Mi affrettavo a concludere qualche materia per poter incrementare il numero di esami sul libretto, per poter dire a mia madre: “Ehi Mina, oggi ne ho data un’altra!!”, un’altra tra le totali e infinite 47. La vita a Siracusa era sempre la stessa: lezioni, studio, esami. Tutti questi anni in fondo possono ridursi a queste tre parole. Fin quando non arrivò la svolta…navigavo in internet senza meta e lo sguardo andò a finire sul sito dell’Università di Catania…eccolo il link: PROGETTO SOCRATES - ERASMUS!!

“Ma dai…si…tentar non nuoce, sono ancora in tempo per farlo, anzi, forse è la mia ultima occasione per poter prendere il volo verso un’esperienza più stimolante e costruttiva.”

Così, compilai il modulo, il cuore batteva forte e incessantemente, finchè non arrivai all’ultima pagina : invia domanda…

Fatto!! Prendo parte al concorso per l’assegnazione delle borse Erasmus, mi accettano agli esami scritti, studio un mese di francese per poterli superare; mi ammettono agli orali…faccio il colloquio…è andata. Partirò per Parigi! Fin qui tutto sembrava rose e fiori, tutto mi catapultava nella città più bella del mondo, senza ansie, paure, preoccupazioni.

Il bello arrivò nel momento in cui iniziai a sbrigare tutte le faccende burocratiche necessarie per la partenza. Dal primo all’ultimo modulo da consegnare all’U.R.I. di Catania (acronimo di Ufficio Relazioni Internazionali, gli unici su cui poter fare affidamento) mi resi conto, e non da sola, di come la nostra situazione sia vista in contrasto e in ostilità con tutto il sistema universitario. L’impressione è che le incompetenze, non partano dagli impiegati della segreteria o dalla gente subordinata ad essi, ma da coloro che vengono nominati per garantirci le informazioni e i chiarimenti necessari ad ogni singolo problema. Coloro i quali stanno un gradino più in alto, forse, in realtà, non hanno le conoscenze necessarie o l’interesse per adempiere a un simile incarico.

Tralasciando questo primo ostacolo, facilmente sormontabile grazie all’aiuto tempestivo e puntuale dell’ U.R.I., abbiamo dovuto affrontare il ‘learning agreement‘ - contratto di studio - nel quale vengono indicati gli esami che si intendono sostenere all’estero. E’ un modulo che necessita della firma del professore disposto a convalidare la propria materia con quella estera ‘equivalente’. Ed è proprio qui che inizia il lungo calvario, durato quasi un mese, durante il quale ci siamo (io e gli altri ragazzi interessati) resi conto di quanto sia difficile reperire la maggior parte dei nostri docenti, ma soprattutto di quanto sia difficile convincerli a firmare!!

Quasi nessuno - e sottolineo quasi, poichè alcuni sono stati molto aperti nell’accettare programmi un po’ diversi da quelli previsti per i loro corsi - ha acconsentito a firmare, in quanto le materie propostegli non erano identiche a quelle da loro svolte qui in Italia.

Questo mi ha profondamente rammaricata…partire per studiare all’estero, è l’esperienza più bella in assoluto che può capitarci, soprattutto in una facoltà come la nostra. Il fatto di essere considerati come delle pecore nere, che altro non fanno che creare nuovi problemi, non è giusto!! Siamo in una facoltà di architettura e il mestiere che un giorno andremo a fare, deve obbligatoriamente essere in grado di potersi confrontare in Italia stessa come all’estero. La mancanza di una coscienza capace di capire l’importanza di una simile esperienza, fa perdere ogni speranza circa le ambizioni che mi ero proposta di adempiere inscrivendomi a Siracusa.

FONTE: Rachele Tosto dal Blog della Facoltà di Architettura di Siracusa
http://www.farch.it/2006/08/27/erasmus-tra-amarezze-e-speranze/

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posted by qualcuna, 19:33 | link | 0 comments |


Dal blob alle scintille per far ripartire l’Italia

29 agosto 2006

Sul web il video con fatti e miti che hanno segnato la generazione dei trenta-quarantenni ora impegnati nel rilancio del Paese
La caduta del Muro, tra i fatti che hanno segnato la generazione over 30 nel video di veDrò
Un grande blob. Quello della generazione dei trenta-quarantenni, cresciuta a pane e tv sulle rovine delle ideologie. Con i suoi miti, catodici e non: Discoring e il referendum sul divorzio, il gioco dei fagioli della Carrà e papa Wojtyla, la Milo urlante di «Chi? Ciro?? Oddio!!» e la P2, la vita spericolata di Vasco e Tortora in manette, la caduta del Muro e Alfredino che piange nel pozzo, l'Italia campione del mondo celebrata da Martellini e le Big Bubble di Daniela Goggi, Cernobyl e Supergulp, Jeeg robot d'acciaio e Beppe Grillo che spara a zero sui socialisti, Tre nipoti e un maggiordomo e le nozze di Carlo e Diana, Sandokan e la strage di Bologna.

leggi di più su: www.corriere.it

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posted by urbanohumano, 08:42 | link | 0 comments |


La sindrome da Erasmus

28 agosto 2006

a cura dell'UDU

La sindrome colpisce in 4 fasi:

Prima di partire: agitazione, nervosismo, confusione, paura. Non vedrete l'ora di partire, ma allo stesso tempo troverete ogni giorno, inconsciamente, un presunto motivo in più per non partire. Resistete e raccogliete informazioni che potranno esservi utili. Numeri di telefono, indirizzi, contatti, e-mail, ....

Appena giunti: vi sentite estranei (e lo siete infatti), non capite una parola della lingua del posto, le case vi sembrano tutte bettole, le persone che incontrate pensate non si lavino, il cibo vi fa impressione, vi manca il/la vostro/a partner (che tra poco dimenticherete), sarete tentati di ripartire...
Resistete e passate il primo periodo con altri nelle vostre stesse condizioni, che saranno principalmente altri italiani. Evitate di prolungare questa fase per troppo tempo.

Prima di ripartire per l'Italia: siete nati per vivere nella città dove vi trovate, non sopportate più gli italiani, vi sentite liberi, volete prolungare il più possibile il vostro periodo di studi all'estero... Valutate correttamente. Potreste pentirvene. Sia che rimaniate, sia che ripartiate.

Dopo il rientro in Italia (se rientrate in Italia): siete estranei, non capite perché devono parlare tutti maledettamente la stessa lingua (l'italiano), vi sembrano tutti troppo ordinati, organizzati, con orari rigidamente prefissati, vi sentite soffocare, volete fuggire, volete tornare nella vostra amata città e a casa vostra (perché quando parlate della vostra camera in Erasmus continuate a definirla la vostra camera, al presente, e, purtroppo, non è più così). Resistete. Una volta tornati in Italia ripartire sarebbe una follia, non trovereste più il vostro mondo, saranno arrivati i nuovi Erasmus, studiate, laureatevi e fate ciò che più vi piace, è scoccata l'ora della costruzione del vostro futuro. Magari pensando ad un post-lauream all'estero.

via: www.studenti.it

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posted by urbanohumano, 03:26 | link | 0 comments |