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Hector Muelas, la voce dello scandalo

30 maggio 2006

Incontro con Hector Muelas, direttore della versione tedesca di Vice, tra le più diffuse riviste di cultura giovanile e, sicuramente, una delle più controverse.

Hector Muelas sceglie di mangiare giapponese per il nostro brunch, così ci dirigiamo verso un piccolo sushi bar vicino al suo ufficio. Esili cameriere asiatiche in minigonne dai colori vivaci, ronzandoci intorno con piatti quadrati pieni di sushi, si mescolano alla tappezzeria altrettanto colorata. Il venticinquenne spagnolo che mi trovo di fronte indossa una giacca nera con il cappuccio. Sa già cosa vuole: il piatto speciale Maki con avocado anziché cetriolo. La cameriera asiatica annuisce con fare obbediente ed esclama «ja» con la sua dolce voce asiatica e correndo via subito scompare nella cucina. Le nostre pietanze sono in preparazione e Muelas mi guarda, con un viso piuttosto stanco. Grave e duro.

Cattive abitudini

Essere il direttore della più diffusa rivista di cultura giovanile è un compito difficile. È necessario scovare sempre storie bizzarre, feste da organizzare (e a cui andare), spazi pubblicitari da vendere… Forse è questa la ragione per cui il suo volto è così duro. La rivista è famosa per i suoi contenuti controversi. In paticolare per aver pubblicato, accanto alle pubblicità di Adidas, Nike e Coca Cola, foto di genitali, volti di cadaveri e prostitute che si iniettano della droga. È una rivista decadente che si concentra su quelle cattive abitudini che altre riviste, secondo Muelas, ignorano con pieno disgusto. Viene distribuita nei negozi, nelle gallerie e nei bar in gran parte del mondo anglosassone, in Scandinavia, in Giappone e, fino a luglio, in Germania. Chi prende in mano la rivista, reagisce in due modi: o spalanca gli occhi dallo shock oppure si mette a ridere in maniera isterica. E Muelas, questo ragazzo giovane dai capelli scuri, con le borse sotto gli occhi – segno di una notte alcolica – è responsabile di causare questa reazione in ogni giovane tedesco che legge la rivista.
Muelas non sembra proprio il candidato ideale per questo lavoro. Laureatosi in comunicazione visiva presso un’importante università di Barcellona, ha soggiornato due anni in Germania, come studente erasmus, per raffinare la propria tecnica presso un’accademia di belle arti. All’inizio ha lavorato come direttore di pubblicità per la Bmw. Si è occupato di installazioni visuali, ha allestito mostre in Germania e in Svizzera ed ha collaborato con l’apprezzato artista di arti visive John Armleder. La sua intera formazione puntava verso una carriera nei mezzi di comunicazione audiovisivi. Inoltre gran parte del lavoro svolto era in spagnolo e possedeva scarse conoscenze della lingua tedesca.

Una nuova prospettiva

Perché dunque un venticinquenne con scarsa conoscenza del tedesco e privo della giusta istruzione arriva a ricoprire una tale posizione? «Non sarebbe stata una buona cosa, per la rivista, avere un direttore tedesco» afferma Muelas, risucchiando la zuppa di miso che la cameriera ci aveva messo davanti. «Uno straniero vede le cose da una prospettiva esterna», una frase che va di pari passo con la filosofia della rivista Vice. Le storie vengono raccontate secondo una prospettiva diversa da quella dei media più diffusi, afferma Muelas.
«Amiamo ed odiamo tutti allo stesso modo. Bianchi, neri, rossi, verdi ed azzurri, cristiani, buddisti, ebrei e musulmani…Perché non possiamo parlare di sesso e di razze nello stesso modo con cui ne parliamo tra amici?» Il genere di amici che descrive sono quelli che chiamano le loro band preferite “sederi di scimmie”, che “provano” la bulimia per una settimana in modo da poter scrivere un articolo divertente sull’argomento e che vanno in giro a chiedere ai soldati in Iraq quando è stata l’ultima volta che hanno fatto sesso. Si tratta di un comitato di redazione fatto di stupidi che scrivono di sesso e di razze nello stesso modo in cui lo farebbero gli asini o, secondo Muelas, i ragazzi di oggi.

Attacco alla censura

Vorrei indagare più in profondità sul ruolo provocatorio di Vice, ma il piatto speciale di sushi mi interrompe. Ed è composto in modo delizioso: diviso in due quadrati, ognuno con nove pezzi di sushi. Iniziamo subito a masticare alghe, riso e pesce. Mentre ancora mastichiamo Muelas inizia a parlare del ruolo di Vice nel quadro dei media odierni: «Vice provoca il lettore in modo intelligente. È il contenuto ad essere scioccante di per sé. Vice ha capovolto il giornalismo ed ha indagato sui concetti in maniera naïf e caotica. Quando vogliamo scrivere un pezzo su una prostituta, facciamo parlare una vera prostituta. Può anche avere problemi con la pronuncia o la grammatica ma è anche lei parte del mondo». Ogni argomento trattato da Vice rappresenta un palcoscenico che permette a persone senza nome, a fenomeni da baraccone o a persone qualsiasi di raccontare la loro storia, per quanto assurda possa essere. A volte si imbattono in persone semplici, altre volte passano per tormentatori arroganti, ma aldilà del linguaggio scurrile e dell’argomento sesso c’è qualcosa che porta da un grande apprezzamento del mondo, così come afferma Muelas. Ma è lecito chiedersi se i lettori arrivino davvero a comprendere questa profondità oppure si limitino a sogghignare e ridacchiare leggendo delle sofferenze di un drogato mentre sono in bagno.

Diverse opinioni

Proseguiamo parlando dei lettori di Vice ed in modo particolare delle reazioni provocate dalla rivista. Secondo Muelas, i liberali ed i comunisti considerano Vice una rivista razzista e fascista. D’altro canto, i conservatori lo accusano di essere un’anarchica rivista patinata. Muelas sostiene che «la sinistra ci chiama conservatori e i nazi-maniaci ci danno degli anarchici. Pensi davvero che quegli asini di destra accetterebbero il nostro stile di vita fatto di tette, culi e droghe? No, non lo farebbero, ci odiano». Ed inoltre esiste una differenza nelle reazioni alla rivista tra europei e americani. «I nostri lettori europei sono più critici ed hanno un background culturale più elevato rispetto a quelli americani. In Europa i lettori pensano che le storie raccontate riguardino la cultura giovanile in generale. Negli Stati Uniti, la gente pensa che quelle storie siano rappresentative del loro Paese». E forse è proprio il fatto che i lettori hanno capito che la rivista tratta di cultura giovanile a livello internazionale ad averne decretato il successo in Europa. E così adesso i giovani pensano che la depravazione è forte. Vice si sta allargando anche in Olanda e presto altri paesi verranno presi di mira.
La cameriera ritorna per un ultimo ordine. Muelas chiede un pacchetto di sigarette come dessert. La ragazza arriva con il pacchetto ed iniziamo a trastullarci con la nicotina. Mi sono forse convertito ai dettami di Vice? Beh, tutto sommato si tratta di nicotina, non di droga. Il ragazzo accende un’ultima sigaretta e chiede: «Qualcos’altro?». Il suo capo passeggia davanti al ristorante facendo segno con l’orologio. «No» gli dico. Poi Muelas scompare dalla porta, avvolto in una nuvola di fumo.

via: www.cafebabel.com

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posted by urbanohumano, 11:51

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