I tempi necessari per trovare lavoro all'estero
03 dicembre 2006
Il rapporto tra tempi e progetti genera spesso delusione e frustrazione, perché non si dispone di un quadro realistico dei tempi necessari per riuscire nell'impresa che ci si è prefissa.
Esiste una diffusa ingenuità nel prefigurare i tempi necessari per arrivare a determinati risultati, perché non ci si rende conto che una ricerca del lavoro all'estero richiede un tempo maggiore che in patria.
Se in una realtà conosciuta il lavoro abbonda e permette di trovarne di tutti i generi in pochi giorni, si deduce che la stessa situazione regni anche altrove. Può anche essere vero che il lavoro abbonda nel Paese di destinazione ma si trascura, purtroppo, il fatto che nella nuova realtà si diventa stranieri nel vero senso della parola (non si capisce niente, si creano problemi, si è giudicati inaffidabili, "sporchi", ecc.) e si è obbligati ad affrontare e superare scogli molto più alti che nel proprio paese.
Sono ostacoli che richiedono tempo e che non possono essere spianati in una settimana.
Per chiarire questo punto importante vorremmo dare un esempio.
Una persona di 25-30 anni, con qualche anno di esperienza lavorativa e una buona conoscenza della lingua straniera, cerca un lavoro qualificato, simile a quello che già fa, per un periodo di almeno un anno in un'azienda fuori dall'Italia.
Almeno sei mesi prima della partenza prevista la persona raccoglie le informazioni necessarie, cioè:
- la situazione sul mercato del lavoro della propria professione: andamento generale, stipendio, benefits, sicurezza sociale, tassazione;
- confronta il contenuto della formazione acquisita con quella nel paese di destinazione;
- prepara un modello standard di CV e della lettera di accompagnamento;
- verifica (per esempio tramite test linguistici) se la padronanza della lingua attiva e passiva è sufficiente per lo svolgimento completo della mansione;
- tramite manuali e guide, Internet, sportelli di informazione e contatti personali cerca di conoscere il settore ad un livello sufficiente a fargli presentare la propria candidatura;
- tra queste informazioni ci sono naturalmente gli indirizzi di agenzie di lavoro, aziende e enti che possono essere presi in considerazione per una candidatura
- si informa sulle cosa da fare a casa (disdire utenze, appartamento, assicurazioni, ecc.);
- controlla la validità dei documenti (patente, carta d'identità, passaporto).
Tre mesi prima
- s'informa su come trovare un'alloggio all'estero;
- s'informa sulle le modalità della candidatura (application form o candidatura sul sito o candidatura tradizionale con lettera) raccogliendo il nome del responsabile delle risorse umane;
- fa controllare CV e lettera di accompagmento da una persona madrelingua;
- s'iscrive nelle vari banche dati utili nel paese di destinazione.
Due mesi prima
- comincia a spedire domande spontanee;
- risponde a degli annunci adeguando i modelli al posto in questione;
- dopo due settimane fa una telefonata per sentire se la candidatura è arrivata e per ricordare il proprio nome al selezionatore;
- risposte positive-negative iniziano ad arrivare dopo due settimane (analizzando la risposta si può spesso capire perché esiste interesse da una parte e non dall'altra).
Un mese prima
- nel caso di interesse da parte di datori di lavoro è arrivato il momento del colloquio (nessuno assume una persona per un lavoro qualificato di medio-lunga durata senza aver fatto almeno un colloquio);
- Se la candidatura è andata a buon fine, si tratta di organizzare l'arrivo in tempo sul posto (prenotare il viaggio, confermare o cercare l'alloggio, mettere insieme i documenti come carta d'identità valida, assistenza sanitaria, ecc).
Ma, come quasi sempre nella vita, chi si organizza per tempo e usa un approccio ragionato, ha il fiato più lungo.
via: www.eurocultura.it
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