L'università di Catania incontra l'Europa
01 novembre 2006
Cultura, etnie e linguaggi differenti s’incontrano ogni giorno scoprendo di parlare la stessa lingua; anche Catania si dimostra interessata alla collaborazione internazionale, al multilinguismo, a cancellare dal proprio vocabolario l’accezione che comunemente tutti danno alla parola “diverso”
Lo scorso 27 ottobre presso l’Aula Magna di Palazzo Centrale si è tenuto il convegno “L'Università di Catania incontra l’Europa”, in cui molti tra i più illustri rappresentanti del mondo Accademico hanno illustrato ai presenti i grandi passi in avanti che l'università cittadina ha compiuto negli ultimi tempi, cercando di rafforzare l’integrazione e la cooperazione con il “sistema” ratificato con il trattato di Maastricht nel lontano 1993: l'Unione Europea.
"Oggi si lavora insieme pur essendo in due parti del mondo, perché oggi la tecnologia lo permette. Attraverso nuovi corsi li laurea, nuovi dottorati di ricerca e nuovi progetti europei, la nostra università si sta impegnando affinché la ricerca diventi multisettoriale". Con queste parole il Magnifico Rettore saluta il pubblico in Aula Magna ed introduce il programma del dottor Giuseppe Caruso, dirigente dell’Area della Didattica e della Ricerca: solo sei anni fa l'ufficio Relazioni Internazionali della nostra Università era quasi inesistente, adesso invece risultano attivi moltissimi progetti per la mobilità internazionale studentesca, quali Socrates e Leonardo da Vinci, le borse di studio Comelius, il programma Fotus, alcune affinità elettive italo-tedesche, i tirocini Mae-Crui, il programma British, nuovi masters e tirocini internazionali nei ministeri degli affari esteri e nelle camere di commercio straniere, moltissime borse di studio per la ricerca in Giappone e tanti altri ancora. E non solo agli studenti è stata riservata la possibilità di perfezionare la foreign language e di inserirsi nel mercato internazionale, in quanto sono stati attivati anche per i docenti nuovi concorsi per il conseguimento di borse di studio ATS per svolgere seminari all'estero o nuovi programmi di internazionalizzazione, quindi lo scambio culturale ha come protagonisti non solo studenti, ma addirittura docenti disposti a trascorrere mesi all'estero per migliorare ed aggiornare la loro preparazione.
Come mostrato nella relazione della dottoressa Contino, membro del Gabinetto del Commissario europeo Jan Figel, prima di permettere questa mobilità internazionale è opportuno che l'Unione Europea cresca anche dal punto di vista politico, che passi da una situazione di non essere ad una di essere, e per ottenere ciò è necessario attuare "una nuova strategia per una nuova politica: il multilinguismo".
Ma il multilinguismo non è solo quell'abilità di parlare più lingue, è soprattutto la condizione essenziale per la creazione dell'UE, in quanto è necessario che le direttive ufficiali possano essere comprese da tutti i cittadini; infatti, dal '58 dal punto di vista legale l'UE ha attivato un servizio di traduzione ed interpretazione, mentre sul piano dell’apprendimento ha cercato di pubblicizzare al meglio il settore linguistico, stanziando quasi 30 mila euro l'anno.
Quale legame esiste tra il multilinguismo e la mobilità internazionale? La mobilità è un fattore essenziale per la competitività, ma senza multilinguismo sarebbe impossibile qualunque tipo di mobilità e il mondo rimarrebbe relegato alla sua condizione primaria.
"L’Europa è Europa dappertutto, se si restasse incatenati al palo del monolinguismo, non ci sarebbe futuro".
A questo punto della presentazione non poteva non essere sponsorizzato uno tra i più famosi programmi per la mobilità internazionale, quale quello Erasmus. Come ci presenta il dott. E. Deodato: "1 milione e 600 mila studenti decidono di partecipare ogni anno al progetto per la mobilità internazionale Erasmus; un programma che cerca di incoraggiare gli studenti a soggiornare in nuove università, talvolta per molti sconosciute. Ma la vita all’interno di Erasmus non si svolge più nelle camere che nelle università, come invece presenta il celebre film l’Albergo Spagnolo, bensì il nostro è un progetto che si occupa di sviluppare la comunicazione europea, di educare i giovani all’Europa".
Ma per quanto possa essere utile al perfezionamento linguistico di ogni studente, non possiamo non denunciare allo stesso tempo una grande pecca che Erasmus porta sul petto: numerosi studenti ogni giorno scalpitano dietro le porte dell'ufficio per la mobilità internazionale perché anche Erasmus non si dimostra talvolta così equo e serio come lo si pensa… Basti pensare, infatti, che innanzitutto il test per accedere ad una prima graduatoria possa essere svolto da un qualunque personal computer casalingo; basta solo che il server di Erasmus dia qualche problema per escludere anche lo studente più meritevole dal programma.
Ma ovviamente, anziché affrontare questo problema, il dottor Deodato continua la sua relazione parlandoci di network, ossia quella rete di cooperazione linguistica universitaria, indispensabile alla mobilità internazionale. "Le reti universitarie non possono continuare a vivere in una torre d’avorio, bisogna aprire lo sguardo alle imprese, cercare di fissare i cardini per la creazione di una nuova rete tra università-imprenditori".
In che modo l'Università di Catania ha intenzione di rendere ancora più forte il legame stretto con l'Europa? Già il prossimo anno partirà un nuovo programma: il Life of learning, che si occuperà di educare gli studenti su come sia nata l'Europa e cosa sia in realtà; inoltre un nuovo programma dal titolo L.L.L. racchiuderà tutti gli altri progetti per la mobilità sotto un tetto comune. Il professor A.Corbino, coordinatore del progetto European Legal Roots, ha promesso di avviare una ricerca volta all’individuazione di fondamenti culturali comuni per trovare un’unità giuridica europea. "Bisogna concentrarsi sulle regole, e non su come queste sono vissute; bisogna trovare un dialogo tra i sistemi legali all’interno dell’Europa. Il diritto è il fenomeno politico più importante da governare, ma anche quello più difficile".
Per fortuna la città di Catania ed il suo mondo Accademico hanno capito che l'Euro non è solo una moneta, è invece quel nuovo mondo dove siamo approdati ancora una volta per caso, ma che potrebbe diventare, con la giusta politica e disciplina, quell'universo utopico in cui tutti abbiamo sognato di vivere.
di Giovanna De Predicatore
via: actualidad.terra.es
technorati tags: Catania
Lo scorso 27 ottobre presso l’Aula Magna di Palazzo Centrale si è tenuto il convegno “L'Università di Catania incontra l’Europa”, in cui molti tra i più illustri rappresentanti del mondo Accademico hanno illustrato ai presenti i grandi passi in avanti che l'università cittadina ha compiuto negli ultimi tempi, cercando di rafforzare l’integrazione e la cooperazione con il “sistema” ratificato con il trattato di Maastricht nel lontano 1993: l'Unione Europea.
"Oggi si lavora insieme pur essendo in due parti del mondo, perché oggi la tecnologia lo permette. Attraverso nuovi corsi li laurea, nuovi dottorati di ricerca e nuovi progetti europei, la nostra università si sta impegnando affinché la ricerca diventi multisettoriale". Con queste parole il Magnifico Rettore saluta il pubblico in Aula Magna ed introduce il programma del dottor Giuseppe Caruso, dirigente dell’Area della Didattica e della Ricerca: solo sei anni fa l'ufficio Relazioni Internazionali della nostra Università era quasi inesistente, adesso invece risultano attivi moltissimi progetti per la mobilità internazionale studentesca, quali Socrates e Leonardo da Vinci, le borse di studio Comelius, il programma Fotus, alcune affinità elettive italo-tedesche, i tirocini Mae-Crui, il programma British, nuovi masters e tirocini internazionali nei ministeri degli affari esteri e nelle camere di commercio straniere, moltissime borse di studio per la ricerca in Giappone e tanti altri ancora. E non solo agli studenti è stata riservata la possibilità di perfezionare la foreign language e di inserirsi nel mercato internazionale, in quanto sono stati attivati anche per i docenti nuovi concorsi per il conseguimento di borse di studio ATS per svolgere seminari all'estero o nuovi programmi di internazionalizzazione, quindi lo scambio culturale ha come protagonisti non solo studenti, ma addirittura docenti disposti a trascorrere mesi all'estero per migliorare ed aggiornare la loro preparazione.
Come mostrato nella relazione della dottoressa Contino, membro del Gabinetto del Commissario europeo Jan Figel, prima di permettere questa mobilità internazionale è opportuno che l'Unione Europea cresca anche dal punto di vista politico, che passi da una situazione di non essere ad una di essere, e per ottenere ciò è necessario attuare "una nuova strategia per una nuova politica: il multilinguismo".
Ma il multilinguismo non è solo quell'abilità di parlare più lingue, è soprattutto la condizione essenziale per la creazione dell'UE, in quanto è necessario che le direttive ufficiali possano essere comprese da tutti i cittadini; infatti, dal '58 dal punto di vista legale l'UE ha attivato un servizio di traduzione ed interpretazione, mentre sul piano dell’apprendimento ha cercato di pubblicizzare al meglio il settore linguistico, stanziando quasi 30 mila euro l'anno.
Quale legame esiste tra il multilinguismo e la mobilità internazionale? La mobilità è un fattore essenziale per la competitività, ma senza multilinguismo sarebbe impossibile qualunque tipo di mobilità e il mondo rimarrebbe relegato alla sua condizione primaria.
"L’Europa è Europa dappertutto, se si restasse incatenati al palo del monolinguismo, non ci sarebbe futuro".
A questo punto della presentazione non poteva non essere sponsorizzato uno tra i più famosi programmi per la mobilità internazionale, quale quello Erasmus. Come ci presenta il dott. E. Deodato: "1 milione e 600 mila studenti decidono di partecipare ogni anno al progetto per la mobilità internazionale Erasmus; un programma che cerca di incoraggiare gli studenti a soggiornare in nuove università, talvolta per molti sconosciute. Ma la vita all’interno di Erasmus non si svolge più nelle camere che nelle università, come invece presenta il celebre film l’Albergo Spagnolo, bensì il nostro è un progetto che si occupa di sviluppare la comunicazione europea, di educare i giovani all’Europa".
Ma per quanto possa essere utile al perfezionamento linguistico di ogni studente, non possiamo non denunciare allo stesso tempo una grande pecca che Erasmus porta sul petto: numerosi studenti ogni giorno scalpitano dietro le porte dell'ufficio per la mobilità internazionale perché anche Erasmus non si dimostra talvolta così equo e serio come lo si pensa… Basti pensare, infatti, che innanzitutto il test per accedere ad una prima graduatoria possa essere svolto da un qualunque personal computer casalingo; basta solo che il server di Erasmus dia qualche problema per escludere anche lo studente più meritevole dal programma.
Ma ovviamente, anziché affrontare questo problema, il dottor Deodato continua la sua relazione parlandoci di network, ossia quella rete di cooperazione linguistica universitaria, indispensabile alla mobilità internazionale. "Le reti universitarie non possono continuare a vivere in una torre d’avorio, bisogna aprire lo sguardo alle imprese, cercare di fissare i cardini per la creazione di una nuova rete tra università-imprenditori".
In che modo l'Università di Catania ha intenzione di rendere ancora più forte il legame stretto con l'Europa? Già il prossimo anno partirà un nuovo programma: il Life of learning, che si occuperà di educare gli studenti su come sia nata l'Europa e cosa sia in realtà; inoltre un nuovo programma dal titolo L.L.L. racchiuderà tutti gli altri progetti per la mobilità sotto un tetto comune. Il professor A.Corbino, coordinatore del progetto European Legal Roots, ha promesso di avviare una ricerca volta all’individuazione di fondamenti culturali comuni per trovare un’unità giuridica europea. "Bisogna concentrarsi sulle regole, e non su come queste sono vissute; bisogna trovare un dialogo tra i sistemi legali all’interno dell’Europa. Il diritto è il fenomeno politico più importante da governare, ma anche quello più difficile".
Per fortuna la città di Catania ed il suo mondo Accademico hanno capito che l'Euro non è solo una moneta, è invece quel nuovo mondo dove siamo approdati ancora una volta per caso, ma che potrebbe diventare, con la giusta politica e disciplina, quell'universo utopico in cui tutti abbiamo sognato di vivere.
di Giovanna De Predicatore
via: actualidad.terra.es
technorati tags: Catania