Viaggio alla ricerca dei barbari
13 maggio 2006
Nasce un progetto interessantissimo di Alessandro Baricco, che seguiremo da vicino ogni settimana sul quotidiano la Repubblica.
Ecco la prima puntata:
NON sembra, ma questo è un libro. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto scriverne uno, a puntate, sul giornale, in mezzo alle frattaglie di mondo che quotidianamente passano da lì. Mi attirava la fragilità della cosa: è come scrivere allo scoperto, in piedi su un torrione, tutti che ti guardano e il vento che tira, tutti che passano, pieni di cose da fare. E tu lì senza poter correggere, tornare indietro, ridisegnare la scaletta. Come viene, viene. E, il giorno dopo, involtolare insalata, o diventare il cappello di un imbianchino. Ammesso che se li facciano ancora, i cappelli, col giornale - come barchette sul litorale delle loro facce.
Ogni tanto, e mica solo nel lavoro, ci si va a cercare una qualche indigenza. Ed è probabilmente un modo di recuperare una qualche autenticità.
Comunque non vorrei creare false aspettative, quindi chiarisco che non è un romanzo. Il romanzo a puntate, quello non mi attira per niente. Per cui sarà un saggio, nel senso letterale del termine, cioè un tentativo: di pensare: scrivendo. Ci sono alcune cose che mi va di capire, a proposito di quel che sta succedendo qui intorno. Per "qui intorno" intendo la sottilissima porzione di mondo in cui mi muovo io: persone che hanno studiato, persone che stanno studiando, narratori, gente di spettacolo, intellettuali, cose così. Un mondaccio, per molti versi, ma alla fine è lì che le idee pascolano, ed è lì che sono stato seminato.
Dal resto del mondo ho perso contatto un sacco di tempo fa, e non è bello, ma è vero. Si fa un sacco di fatica a capire la propria zolla di terra, non resta molto per capire il resto del campo.
Ma forse in ogni zolla, a saperla leggere, c'è il campo intero.
E comunque, dicevo che c'è qualcosa, lì, che mi andrebbe di capire. Prima pensavo di intitolarlo così, il libro: La mutazione. Solo che non mi è riuscito di trovare nessuno a cui, anche solo vagamente, piacesse. Pazienza. Però era un titolo puntuale. Voglio dire che quella è precisamente la cosa che mi piacerebbe capire: in cosa consiste la mutazione che vedo intorno a me.
Dovendo riassumere, direi questo: tutti a sentire, nell'aria, un'incomprensibile apocalisse imminente; e, ovunque, questa voce che corre: stanno arrivando i barbari. Vedo menti raffinate scrutare l'arrivo dell'invasione con gli occhi fissi nell'orizzonte della televisione.
Professori capaci, dalle loro cattedre, misurano nei silenzi dei loro allievi le rovine che si è lasciato
dietro il passaggio di un'orda che, in effetti, nessuno però è riuscito a vedere. E intorno a quel che si
scrive o immagina aleggia lo sguardo smarrito di esegeti che, sgomenti, raccontano una terra saccheggiata da predatori senza cultura né storia.
I barbari, eccoli qua.
continua su la repubblica.it
technorati tags: baricco letteratura barbari
Ecco la prima puntata:
NON sembra, ma questo è un libro. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto scriverne uno, a puntate, sul giornale, in mezzo alle frattaglie di mondo che quotidianamente passano da lì. Mi attirava la fragilità della cosa: è come scrivere allo scoperto, in piedi su un torrione, tutti che ti guardano e il vento che tira, tutti che passano, pieni di cose da fare. E tu lì senza poter correggere, tornare indietro, ridisegnare la scaletta. Come viene, viene. E, il giorno dopo, involtolare insalata, o diventare il cappello di un imbianchino. Ammesso che se li facciano ancora, i cappelli, col giornale - come barchette sul litorale delle loro facce.
Ogni tanto, e mica solo nel lavoro, ci si va a cercare una qualche indigenza. Ed è probabilmente un modo di recuperare una qualche autenticità.
Comunque non vorrei creare false aspettative, quindi chiarisco che non è un romanzo. Il romanzo a puntate, quello non mi attira per niente. Per cui sarà un saggio, nel senso letterale del termine, cioè un tentativo: di pensare: scrivendo. Ci sono alcune cose che mi va di capire, a proposito di quel che sta succedendo qui intorno. Per "qui intorno" intendo la sottilissima porzione di mondo in cui mi muovo io: persone che hanno studiato, persone che stanno studiando, narratori, gente di spettacolo, intellettuali, cose così. Un mondaccio, per molti versi, ma alla fine è lì che le idee pascolano, ed è lì che sono stato seminato.
Dal resto del mondo ho perso contatto un sacco di tempo fa, e non è bello, ma è vero. Si fa un sacco di fatica a capire la propria zolla di terra, non resta molto per capire il resto del campo.
Ma forse in ogni zolla, a saperla leggere, c'è il campo intero.
E comunque, dicevo che c'è qualcosa, lì, che mi andrebbe di capire. Prima pensavo di intitolarlo così, il libro: La mutazione. Solo che non mi è riuscito di trovare nessuno a cui, anche solo vagamente, piacesse. Pazienza. Però era un titolo puntuale. Voglio dire che quella è precisamente la cosa che mi piacerebbe capire: in cosa consiste la mutazione che vedo intorno a me.
Dovendo riassumere, direi questo: tutti a sentire, nell'aria, un'incomprensibile apocalisse imminente; e, ovunque, questa voce che corre: stanno arrivando i barbari. Vedo menti raffinate scrutare l'arrivo dell'invasione con gli occhi fissi nell'orizzonte della televisione.
Professori capaci, dalle loro cattedre, misurano nei silenzi dei loro allievi le rovine che si è lasciato
dietro il passaggio di un'orda che, in effetti, nessuno però è riuscito a vedere. E intorno a quel che si
scrive o immagina aleggia lo sguardo smarrito di esegeti che, sgomenti, raccontano una terra saccheggiata da predatori senza cultura né storia.
I barbari, eccoli qua.
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1 Comments:
io invece vi segnalo il mio contro-libro da leggere in parallelo con quello di baricco... La Mutazione...fatemi sapere
commented by Anonimo, 19:43