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Erasmus in pericolo, mancano i soldi

21 marzo 2006

Per il programma di studi all'estero fondi dimezzati dai tagli sul bilancio Ue 2007-2013
fonte: Maria Maggiore (www.lastampa.it)

BRUXELLES. S.O.S, stiamo perdendo l'Erasmus. Il più conosciuto e riuscito programma di studi all'estero, celebrato dal regista francese Klapish nel delizioso film «la pensione spagnola», vive in questi giorni momenti difficili. Se infatti l'accordo siglato dai governi in dicembre sulle prospettive finanziarie 2007-2013 verrà confermato in aprile (da un compromesso tra Europarlamento, Commissione e Consiglio), il programma Erasmus riceverà la metà dei fondi chiesti dalla Commissione Prodi nel 2004: una busta da 6,6 miliardi di euro (su sette anni) per tutti gli scambi tra studenti - di cui l'Erasmus per l'Università assorbe quasi la metà - e in un'Europa a 27 con Bulgaria e Romania, contro i 13,5 miliardi chiesti dall'esecutivo europeo.

«Volevamo far passare la borsa da 130-150 euro mensili a 250, per un numero sempre maggiore di studenti. Adesso non siamo neanche sicuri di poter mantenere la busta attuale», ha ammesso ieri il portavoce del Commissario responsabile Jan Figel. Risultato? La borsa Erasmus sarà sempre più magra e non potrà aumentare il numero degli «erasmini» in giro per la grande Europa, circa 150 mila ogni anno. Già l'Erasmus è un po' per i «figli di papà».

Centocinquanta euro al mese per pagare affitto, cibo e spese varie proprio non bastano per sopravvivere anche in un piccolo «flat» universitario. Ma questo simbolico rimborso è stato negli ultimi vent'anni la porta d'ingresso per poter studiare all'estero. La prima vera possibilità per chiunque di ritrovarsi in un istituto scandinavo, piuttosto che inglese o spagnolo, imparare la lingua del Paese ospitante e sostenere degli esami poi riconosciuti nel libretto di studi, al ritorno.

I meno abbienti si sono inventati lavoretti nei pub o lezioni di lingua ai colleghi. Alcuni rappresentanti della «generazione Erasmus», quella che è conosciuta nei campus universitari e si è poi ritrovata in qualche multinazionale londinese o dentro un'istituzione europea a Bruxelles, è pronta a fare le barricate per «il più grande successo dell'Europa, almeno quello più tangibile, che ha prodotto coppie, figli e lavoro». Intanto la Commissione europea ha pubblicato il suo rapporto annuale, ancora pieno di successi. Nel 2004-2005 c’è stato un incremento del 6%, con 31 Paesi interessati, 1000 studenti anche dalla Turchia e un aumento di «erasmini», fino al 60% per i nuovi paesi dell'Europa orientale, assetati di scambi culturali.

I paesi più gettonati sono Spagna, Francia e Germania, il Regno Unito è solo al quarto posto seguito dall'Italia, che invia i suoi studenti principalmente in Spagna (ne sono partiti 6000 l'anno scorso), Francia (2.600) e Germania (1800). Gli inglesi si spostano poco (7.200 erasmini contro i 22 mila francesi). La Spagna batte tutti con 21 mila ragazzi spediti all'estero, aiutati anche con supplementi di borse nazionali. Come a Madrid, dove la regione spende 4 miliardi di euro l'anno per le borse di studio all'estero. C'è da imparare.

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posted by urbanohumano, 11:04

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